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Attraverso la lettura comparata della Ricchezza delle nazioni e della Teoria dei sentimenti morali, comprendere il pensiero di Adam Smith significa cogliere il nesso profondo che esiste tra economia e etica. Ieri: agli albori della rivoluzione industriale; oggi: all'inizio di un nuovo millennio nella stagione del capitalismo globalizzato. L'egoismo di Smith non è quello assoluto di Hobbes; non può essere considerato, perciò, un elemento disgregatore della società: piuttosto, un fattore di ordine e di sviluppo. Indipendentemente dalle ragioni profonde alla base del comportamento umano, i meccanismi del mercato agiscono, infatti, come una "mano invisibile" che guida l'economia, nella ricerca del benessere collettivo.